20-02-2016
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Archivio della categoria: Giudiziaria

Indagata per corruzione e concussione ex prefetto di Ragusa

francesca cannizzoFrancesca Cannizzo, trasferita da Prefetto di Palermo nel novembre 2015, dopo essere finita nell’inchiesta sulla gestione dei beni sequestrati a Cosa nostra, è sospettata di corruzione e concussione in concorso con Silvana Saguto, l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale del capoluogo siciliano. A leggere le intercettazioni disposte dai magistrati, emerge che tra le due donne ci sia stato un continuo scambio di favori. Come quando il ricercatore universitario Carmelo Provenzano chiama la Saguto ringraziandola per la segnalazione del suo nome al prefetto di Palermo “quale potenziale commissario del Cara di Mineo”. È per meglio indagare sull’effettivo ruolo della Cannizzo i pm hanno chiesto sei mesi di proroga delle indagini.

SEDIME AEROPORTO DI COMISO, RINVIATA LA SENTENZA

downloadLa Prima sezione civile della Corte d’Appello di Catania ha accolto l’istanza di sospensione del Comune di Comiso, rappresentato dall’Avv. Gaetano Barone, della provvisoria esecuzione della sentenza che condannava l’Ente a risarcire quasi 10 milioni di euro al Ministero della Difesa per presunte irregolarità nell’occupazione del sedime aeroportuale nel periodo precedente la nascita dell’aeroporto “Pio La Torre”. La Corte ha riconosciuto la “non manifesta infondatezza” delle motivazioni addotte dal Comune e ha disposto quindi la sospensione dell’esecuzione della sentenza, che avrebbe altrimenti provocato l’obbligo di corrispondere le somme al Ministero, rinviando la decisione di merito al prossimo 30 settembre.

Incendio alla Quasimodo: assolto giovane imputato  

TribunaleCon sentenza del Tribunale per i minorenni di Catania, emessa il 31 marzo scorso, è stato assolto C.M., all’epoca dei fatti minore di età, accusato di essere l’autore del grave episodio commesso nel febbraio del 2011 in cui andò a fuoco l’edificio scolastico Quasimodo con notevoli danni e la chiusura della scuola per alcuni giorni. Dopo un processo, durato quattro anni, l’avv. Vittorio Cassì, difensore dell’imputato, è riuscito a smantellare l’impianto della Pubblica accusa, rappresentata dal Pm Silvia Vassallo, dimostrando l’irrilevanza degli indizi che avevano consentito di arrivare al dibattimento e l’assoluta estraneità del ragazzo. La formula assolutoria, “per non avere commesso il fatto”, non lascia adito ad alcun dubbio in ordine all’innocenza del ragazzo che all’epoca dei fatti era l’unico dei fermati ad avere 14 anni e come tale era imputabile per legge.

 

PROCESSO ECO, RINVIATO A GIUDIZIO SUSINO  

susinoÈ stato rinviato a giudizio l’ex sindaco di Scicli, Franco Susino, coinvolto nell’inchiesta “Eco” della Dda della Procura di Catania su presunte infiltrazioni mafiose nel comune del Ragusano. Susino è indagato per possibili collegamenti con Franco e Ignazio Mormina. L’ex sindaco è stato rinviato a giudizio dal Gup di Catania Daniela Monaco Crea che ha accolto le richieste del pm Valentina Sincero. Il processo con il rito ordinario comincerà il prossimo 8 maggio. Susino si era dimesso da sindaco il 23 dicembre scorso e aveva motivato la sua decisione per ragioni di salute. L’ex sindaco ha sempre rigettato ogni accusa. Attualmente il comune di Scicli è diretto da un commissario. Si attende la decisione del Viminale sullo scioglimento per mafia dell’ente.

Omicidio Loris, nominato il perito per l’acquisizione dei filmati  

 villarditaSi è tenuto mercoledì mattina l’incidente probatorio davanti al gip di Ragusa per l’acquisizione dei filmati delle telecamere di Santa Croce Camerina nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio del piccolo Loris Stival. Il giudice per le indagini preliminari Claudio Maggioni ha nominato come perito l’ingegner Luca Losio, di Crema. L’avv. Fracesco Villardita, legale della mamma di Loris, Veronica Panarello, accusata dell’omicidio, ha nominato come consulenti Pierdavide Scambi e Cristian Mendola. La Procura ha nominato il direttore tecnico della Polizia di Stato Giovanni Tessitore. I legali di Orazio Fidone, gli avvocati Giorgia Assenza e Pietro Savà, non hanno nominato alcun consulente, mentre l’avvocato Daniele Scrofani, che rappresenta il papa di Loris, Davide Stival, valuterà se nominare un consulente di parte. Il perito avrà 90 giorni di tempo per concludere le operazioni che gli sono state prescritte. Un’udienza è fissata per il 26 giugno. Le operazioni di copia dei filmati dal server della Polizia di Stato in dvd da consegnare ai legali cominceranno probabilmente la prossima settimana. Sarà lo stesso perito del gip a fissare la prima data utile. “Finalmente è arrivato un momento in cui si ristabilisce l’equilibrio tra l’accusa e la difesa davanti ad un giudice terzo”, ha detto Villardita. “La perizia – ha spiegato il penalista – servirà ad estrapolare tutte le telecamere di Santa Croce Camerina per fare le copie forensi e capire quindi qual è la realtà di quel giorno. Finalmente potremo visionare non solo il cosiddetto ‘dvd ricostruzione’ ma tutte le immagini”. L’avvocato Villardita ha annunciato che a conclusione di questo incidente probatorio, che richiederà almeno un mese, la difesa richiederà una nuova perizia: quella sull’allineamento degli orari dei video che “noi abbiamo sempre contestato ed è determinante per la valutazione della mia assistita”.

Scicli, chiesto rinvio a giudizio per l’ex sindaco Susino  

susinoIl pubblico ministero della Procura distrettuale antimafia di Catania di Catania Valentina Sincero ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e undici gli imputati coinvolti nell’operazione Eco. Tra questi c’è anche l’ex sindaco di Scicli, Franco Susino, che si era dimesso dalla carica di primo cittadino il 23 dicembre scorso. La richiesta dell’accusa si è registrata nella prima udienza dinanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale etneo Daniela Monaco Crea. L’udienza proseguirà tra una settimana, martedì 17 marzo, alle 10,30: in quella data saranno sentiti i collegi difensivi di due imputati che oggi, non presenti dinanzi al Gup, hanno chiesto una rinvio. Due imputati, Franco e Ignazio Mormina, hanno chiesto il giudizio immediato. L’udienza è stata fissata per il 17 aprile. Nel corso dell’udienza di oggi sono state accolte le costituzioni in giudizio formalizzate da parte del Comune di Scicli, dalla ditta Eco Seib Srl attraverso il legale rappresentante, Giuseppe Busso, e da alcune delle presunte vittime. Per l’ex sindaco di Scicli, l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Susino ha sempre respinto ogni accusa con forza. Secondo gli inquirenti, a Scicli operava un gruppo criminale non riconducibile a Stidda o Cosa Nostra. A capo, invece, vi sarebbe stato Francesco Mormina. Il gruppo avrebbe “imposto il suo controllo, compromettendone anche la regolare attività, sull’azienda che aveva l’appalto per la raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani per il Comune di Scicli”. In carcere, a seguito del blitz del giugno scorso operato dai carabinieri, erano già finiti Franco e Ignazio Mormina (padre e figlio), Gianni Mormina, Ugo Lutri e Giacomo Fidone (quest’ultimo detenuto per altra causa e scarcerato dal Riesame per questo processo). Sei, invece, gli indagati a piede libero. Il 17 marzo, come detto, si potrebbero già conoscere le decisioni del Gup. E un’altra decisione pende sulla città di Scicli, quella del Ministero dell’Interno che sta valutando la relazione della commissione prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento dell’ente comunale per infiltrazioni mafiose.

E’ UN’ASSASSINA LUCIDISSIMA – VERONICA PANARELLO DEVE RESTARE IN CARCERE

panarello veronicaIl Tribunale del riesame ha motivato in 109 pagine la conferma dell’arresto per la donna accusata di avere ucciso il figlio Loris di 8 anni, il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina. Veronica Panarello, si legge, ha “una capacità elaborativa di una pronta strategia manipolatoria” e una “insospettabile tenuta psicologica” che supportano “il giudizio di elevatissima capacità criminale”. La donna “con agghiacciante indifferenza, ha agito da lucidissima assassina manifestando una pronta reazione al delitto di cui si è resa responsabile” con la “volontà di organizzare l’apparente rapimento del figlio Loris”. Secondo i giudici, ha tenuto una “sconcertante glacialità nell’ordire la simulazione di un rapimento a scopo sessuale”, una “impressionante determinazione nel liberarsi del cadavere del figlio, scaraventandolo nel canalone” per “lucidamente occultare le prove del crimine”. “E’ evidente  – concludono i giudici – il rischio di inquinamento probatorio per la necessità di preservare le indagini dal concreto rischio di contaminazione di cui l’indagata potrebbe rendersi artefice”.

Nello Dipasquale perde la causa civile contro Tele Nova

processo-civile-300x208Il giudizio promosso dall’ex sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale,  che aveva chiesto alla nostra emittente il risarcimento di euro 100 mila per danni morali e da lesione dell’onore e della reputazione, per una serie di articoli, pubblicati fra il 2008 e il 2009, a suo avviso diffamatori, si è concluso con una sentenza che ha rigettato la domanda. Nella sentenza del giudice Dottoressa Rosanna Scollo si legge:  “Da una lettura complessiva degli articoli si evince l’utilizzo di un linguaggio a tratti colorito e pungente, ironico e volte sarcastico , ma pur sempre espressione dell’esercizio del diritto di critica giornalistica, che non va mai al di là dei limiti della pertinenza e della continenza, prendendo spunto la critica da fatti di cronaca quotidiana, non contestati, e di sicuro interesse pubblico, quali le vicende interne dell’amministrazione comunale e i giochi di potere tra le correnti politiche contrapposte, la gestione del territorio ragusano e lo sviluppo dell’urbanistica, il progetto del porto di Marina e l’allargamento del lungomare, con la frequente allusione agli stretti rapporti tra il sindaco e i costruttori  più importanti della città, ai quali l’amministrazione sarebbe asservita. Persino i frequenti viaggi all’estero, per piacere, del ricorrente, non possono dirsi privi di interesse pubblico, in considerazione della carica pubblica rivestita. Anche laddove la critica – si legge sempre nella sentenza – appare indirizzata personalmente al ricorrente, accusato di essere poco avvezzo alle opinioni discordi, all’etica, al buon gusto e alle regole della grammatica italiana, essa non travalica mai i limiti della continenza, e non trasmoda in un’aggressione gratuita ai danni della persona, avendo pur sempre ad oggetto dei comportamenti tenuti dal primo cittadino nella sua veste istituzionale”. Nella sentenza, quindi, le espressioni utilizzate sono considerate il diritto alla libera manifestazione del pensiero. L’ onorevole Nello Dipasquale è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Tele Nova era difesa dall’Avvocato Cesare Borrometi supportato dalla Dottoressa Marcella Borrometi.

UCCISE PROFESSORESSA, CONDANNATO A SEDICI ANNI

LO PRESTISedici anni e otto mesi di reclusione. E’ questa la pena inflitta a Salvatore Lo Presti, il bidello di 69 anni che, a pochi giorni dalla pensione, uccise con cinque colpi di pistola la professoressa di religione, Giovanna Nobile, 53 anni. L’omicidio avvenne il 15 giugno 2013 nella scuola “Francesco Pappalardo” di Vittoria. La sentenza, col rito abbreviato, è del Gup di Ragusa, Claudio Maggioni, che ha concesso l’attenuante della semi infermità mentale all’imputato. Il pm Federica Messina, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto la condanna dell’imputato a 16 anni e sei mesi. Il Gup gli ha comminato due mesi in più e disposto per 5 anni, una volta scontata la pena, la custodia in una casa di cura, in conseguenza della perizia agli atti del procedimento che lo riconosce semi infermo mentale. Il Giudice ha inoltre disposto una provvisionale di 1,2 milioni di euro complessivi per risarcimento danni: 200mila euro ciascuno per i genitori, il marito e i due figli della vittima, e 100mila ciascuno per i due fratelli.

IL DONNAFUGATA RESORT CHIEDE UN MILIONE DI DANNI

tarLa Giunta Municipale di Ragusa ha deliberato di resistere in giudizio nel ricorso presentato avanti al Tar Catania dalla società Donnafugata Resort che ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza di sospensione dei lavori di una pedana in legno sulla spiaggia di Randello. Contestualmente la società con lo stesso ricorso ha chiesto al Comune una somma pari ad un milione di euro quale risarcimento danni derivanti dall’attività del Comune che ha comportato la rimozione ed il ripristino dei luoghi.

Movida a Marina di Ragusa, il Tar dà ragione al Comune

TribunaleIl Tar di Catania accoglie la richiesta di revoca del provvedimento di sospensione dell’ordinanza anti rumore. Da oggi, quindi, gli orari di spegnimento della musica tornano ad essere quelli stabiliti in giugno dalla determina sindacale: l’una di settimana, le due il sabato. Il Tar accoglie in toto la tesi difensiva del Comune rappresentato dall’avvocato Sergio Boncoraglio. Il 24 settembre ci sarà l’udienza di merito.

Inchiesta sul Ciapi, archiviata la posizione di Incardona

carmelo_incardonaE’ stata archiviata la posizione dell’onorevole Carmelo Incardona relativamente all’accusa di corruzione nell’inchiesta che lo aveva visto indagato, assieme ad altri ex assessori e burocrati, nell’ambito dell’inchiesta sul Ciapi. L’archiviazione, nella fase delle indagini, è stata disposta dal Gip su istanza del Pubblico Ministero. “Sono contento – dichiara Incardona – che l’archiviazione sia stata chiesta dal Pubblico Ministero. Si tratta di un atto importante che dirada ogni ombra sulla mia condotta sempre improntata nel rispetto della legalità e riconferma la stima e la fiducia che i cittadini nel corso di un ventennio d’impegno politico e sociale mi hanno sempre riconosciuto”.

 

DIRITTO DI INFORMAZIONE

TribunaleIl Tribunale del riesame di Ragusa (Vincenzo Saito presidente, Antongiulio Maggiore ed Elio Manenti giudici), a seguito dell’istanza di ricorso avanzata dall’avvocato e difensore di fiducia Salvatore Giurdanella, ha annullato il sequestro del computer e di documentazione cartacea disposta dalla procura a carico del giornalista Antonio Di Raimondo, ordinando l’immediata restituzione del materiale il 4 luglio scorso. L’ordinanza che annulla il sequestro voluto dalla Procura di Ragusa parla di “una significativa ed illegittima interferenza sull’attività giornalistica dell’indagato, perché consente agli inquirenti di conoscere le fonti del giornalista anche con riferimento a fatti estranei al procedimento”. Una sentenza di grande valore quella del Tribunale del riesame, in quanto fa chiarezza sulla posizione tra giornalista professionista e pubblicista in merito al segreto professionale. Il Tribunale, infatti, si legge nella sentenza, “ritiene che, ancorché l’articolo 200 del codice di procedura penale faccia riferimento al segreto opposto dal giornalista professionista, le tutele previste da tale norma e il procedimento disciplinato dall’art. 256 codice di procedura penale devono trovare applicazione anche nel caso di giornalista pubblicista”.

 

CARCERE E LAVORO

carcere rgLa drammatica situazione del sistema penitenziario italiano interroga continuamente istituzioni e società civile su quali risposte dare a quella che è ormai diventata un’emergenza cronica.La rieducazione del condannato e il suo reinserimento sociale, secondo il dettato dell’articolo 27 della Costituzione, può avvenire soprattutto attraverso lo strumento fondamentale del lavoro. Anche una migliore e più ampia applicazione delle misure alternative alla detenzione in carcere può contribuire ad un maggiore rispetto dei diritti di chi ha subito una condanna penale e ridurre drasticamente il fenomeno della recidiva. Su queste tematiche si discuterà nel seminario COLTIVARE LA LIBERTA’: CARCERE, LAVORO E STRATEGIE DI INCLUSIONE SOCIALE  che si terrà a Siracusa il 30 maggio e a Ragusa il 31 maggio all’auditorium della parrocchia San Giuseppe Artigiano.  Il seminario si svolge nell’ambito del progetto Coltivare la Libertà che si propone di sviluppare percorsi di reinserimento socio-lavorativo per persone in esecuzione penale esterna. Tra i relatori saranno presenti la presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, on Donatella Ferranti, e il capo del DAP (Dipartimento Amministrazion Penitenziaria), Giovann Tamburino. Parteciperanno al seminario anche alcuni direttori di istituti penitenziari e i rappresentanti di cooperative sociali impegnate all’interno delle carceri di diverse città italiane come Padova, Roma, Torino, Milano, Trani, Siracusa e Ragusa.

AVVISO DI REATO PER 6 ATTIVISTI NO MUOS DI RAGUSA

no muos 3In questi giorni 6 attivisti del Comitato di Base No Muos di Ragusa hanno ricevuto altrettanti avvisi di reato per violazione dell’art. 682 c.p., “per essersi introdotti arbitrariamente, in concorso con altri, in data 21.09.2013, in un luogo ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato e, segnatamente, all’interno della Base Statunitense Naval Radio Transmitter Facility di C.da Ulmo a Niscemi”. I fatti di cui sono accusati gli attivisti si sono svolti quando i comitati No Muos organizzarono un pic-nic all’interno del perimetro della base della Marina militare Usa, dove penetrarono, alla luce del sole, un centinaio di persone, fra cui parecchi cittadini di Niscemi e anche molti bambini, che diedero vita a vari giochi collettivi assieme agli adulti. “La azione simbolica intendeva ribadire -scrivono gli attivisti No Muos- che quella terra che i militari americani si sono recintata e dove stavano costruendo il Muos, appartiene al popolo siciliano, e che gli unici ad essersi introdotti arbitrariamente nella Sughereta di Niscemi, sono proprio loro. Per il pic-nic del 21 settembre sono già state denunciate molte persone, ma a distanza di otto mesi continua l’azione di repressione da parte delle forze dell’ordine, in ossequio a quella strategia che cerca di intimidire chi in questi anni si è speso per impedire che la Sicilia finisca per diventare una piattaforma per le guerre di conquista americane. Non ci sono state azioni, dai blocchi stradali agli ingressi nella base, alle occupazioni simboliche di luoghi istituzionali, che non siano state accompagnate da centinaia di denunce. Il Comitato di Base No Muos di Ragusa – si legge nella nota degli attivisti – è stato tra i primi ad aver dato manforte a questa lotta e ha preso parte a tutti i momenti più importanti di informazione e di contrasto all’arrogante presenza militare, difendendo il diritto alla salute dei cittadini e soprattutto il diritto a una Sicilia smilitarizzata”. Questo venerdì 16, presso la Bottega dei Popoli, in via Carducci 5, alle ore 19 si terrà una nuova iniziativa: la proiezione del docufilm di Fulvio Grimaldi “Fronte Italia. I partigiani del 2000. Dai No Tav ai No Muos, tutti i No della Resistenza”. Seguirà dibattito.

 

A vuoto le querele dell’ex sindaco Nello Dipasquale – TELE NOVA ASSOLTA

TELENOVA.pngIl Giudice Andrea Reale ha assolto i giornalisti Roberto Voi e Lina Carpinteri, difesi dall’avvocato Cesare Borrometi e dalla dottoressa Marcella Borrometi, dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa. Nello Dipasquale querelò la nostra emittente per una serie di articoli critici sull’operato dell’ex sindaco di Ragusa del centro destra, transitato nel frattempo nella lista Megafono di Rosario Crocetta per ottenere un posto all’Assemblea Regionale Siciliana. In particolare Dipasquale presentò tre querele per dodici articoli pubblicati da Tele Nova nel corso degli anni 2009 e 2010.

Ufficializzato il mantenimento a Vittoria del Giudice di pace

Il responsabile del Dipartimento per l’organizzazione giudiziaria del personale e dei servizi del Ministero della Giustizia, Luigi Birritteri, con nota del 12 marzo, ha comunicato al sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, e al presidente del Tribunale di Ragusa, Giuseppe Tamburini, che l’istanza del Comune di mantenere a proprie spese la sede del giudice di pace, è stata accolta.
Tribunale

GIUDICE DI PACE A VITTORIA, EVITATA LA SOPPRESSIONE

E’ stato emanato il decreto legislativo che evita la soppressione del Giudice di Pace a Vittoria. A darne notizia la senatrice del Partito Democratico, Venera Padua, che ha ricevuto comunicazione in proposito dal sottosegretariato alla Giustizia. “Il decreto – dice Padua – sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta ufficiale e dovrebbe consentire di chiudere in maniera positiva questa partita dopo i dubbi che erano stati ventilati di recente circa la presunta soppressione del suddetto presidio operativo nella città ipparina. Occorre ribadire che ciò è stato possibile soprattutto grazie alla pratica che era stata inoltrata nei tempi corretti dal Comune di Vittoria in cui, tra l’altro, è stato espresso l’intendimento di mantenere, a proprie spese, l’ufficio giudiziario. Avevamo già precisato – dice la Padua – che l’esito dell’istanza ipparina sarebbe stata quasi certamente positivo e in queste ultime ore ne abbiamo ricevuto la conferma”.
Tribunale

OMICIDIO NIGITO DUE CONDANNE E UN’ASSOLUZIONE

È finito con due condanne ed una assoluzione, per non avere commesso il fatto, il processo ai danni dei vittoriesi arrestati tra il 18 luglio del 2012 ed il 4 giugno dell’anno scorso per l’omicidio di Francesco Nigito, 47 anni, e per il tentato omicidio dei fratelli Giuseppe di 43 e Gianluca di 41, avvenuto il 18 luglio di due anni fa nella centralissima via Adua. La sentenza al termine del processo con il rito abbreviato è stata emessa, dopo oltre due ore di camera di consiglio, dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, alle 19,30 di giovedì. Per tutto il pomeriggio gli avvocati Enrico Platania ed Emilio Cintolo hanno cercato di smontare le accuse mosse ai loro assistiti, Massimo e Giovanni Intelici, zio e nipote, rispettivamente di 36 e 20 anni. Il primo è stato condannato a 18 anni di reclusione, il secondo a sei anni e quattro mesi. Assolto Francesco Rico Giliberto, di 42, socio in affari di Interlici senior, difeso dagli avvocati Daniele Scrofani e Valentina Sanzone. Le motivazioni saranno depositate entro 80 giorni. La scorsa settimana erano intervenuti l’avvocato Santino Garufi che rappresenta la mamma, le sorelle ed i figli della vittima. Il pm Marco Rota, aveva chiesto una condanna all’ergastolo per Massimo Interlici, accusato di omicidio volontario e tentato plurimo omicidio, nonchè di detenzione di armi, e sedici anni di carcere per Giovanni Interlici, nipote di Massimo e Francesco Rico Giliberto: secondo gli inquirenti sarebbero stati loro a “passare” al presunto omicida una delle due pistole utilizzate per uccidere Nigito, dopo che la prima si è inceppata. Per loro l’accusa era di concorso in omicidio e nel duplice tentato omicidio.
inter-vas

PRESUNTE TRUFFE INPS COINVOLTE 121 PERSONE

PuleioSono centoventuno le persone alle quali i pubblici ministeri Francesco Giuseppe Puleio e Gaetano Scollo hanno comunicato lo avviso di conclusione delle indagini in merito all’inchiesta su presunte truffe ai danni dell’Inps. L’accusa, per gli indagati, è di truffa aggravata continuata in concorso e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici aggravata e continuata. Più pesante l’accusa ipotizzata per Riccardo Minardo, Leontini Innocenzo, Rosario Spadaro, Giorgio Spadaro, Santa Fazzino, Giovanni Comitini, Carlo Tantillo, Carmelo Mandarà e Salvatore Pianeta. Sono indagati per associazione per delinquere “per aver costruito e fatto parte di una associazione per delinquere finalizzata a commettere più delitti, ed in particolare alla truffa aggravata ai danni dello Stato e di altri enti pubblici ed il falso ideologico, commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, associazione finalizzata, in particolare, al riconoscimento di invalidità civili, alla loro conferma, al loro aggravamento, ovvero ad evitare o ritardare la revisione nei confronti di vari soggetti per consentire agli stessi, principalmente, il conseguimento di pensioni di invalidità, di indennità di accompagnamento o ancora le agevolazioni di cui alla legge 104/1992 ovvero ad evitarne la revisione o ancora la revoca”. I pubblici ministeri rilevano ancora: “Attività posta in essere allo scopo di ottenere, Minardo Riccardo e Leontini Innocenzo, consenso politico elettorale e gli appartenenti alla pubblica amministrazione incarichi di rilievo nell’ambito della pubblica amministrazione e dell’azienda sanitaria provinciale 7 di Ragusa, in particolare agendo Minardo Riccardo (già senatore, deputato nazionale, deputato regionale e sindaco di Modica) e Leontini Innocenzo (già deputato e assessore regionale con delega alla Sanità e sindaco di Ispica) quali promotori ed organizzatori dell’associazione, nell’ambito della quale rappresentano il punto di riferimento per gli appartenenti alla pubblica amministrazione, in relazione al ruolo ed al potere politico acquisito in ambito nazionale, regionale e comunque in provincia di Ragusa nell’ambito delle rispettivi compagini politiche”. Oltre ai due ex parlamentari, sono indagati numerosi medici ed anche soggetti ai quali sarebbe stato, secondo l’accusa, “concesso” un ingiusto beneficio. Nell’indagine figura indagato anche un maresciallo della Guardia di Finanza per rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio in concorso. Secondo i pm avrebbe rivelato “notizie d’ufficio” ad un’amica, la quale avrebbe avvertito di quanto venuto a conoscenza due collaboratori di Innocenzo Leontini. La donna è indagata per favoreggiamento personale. Spetterà adesso alla Procura decidere se chiedere il rinvio a giudizio o meno. La Procura aveva a suo tempo chiesto l’arresto per i maggiori indagati, ma il Tribunale di Modica e il Tribunale del Riesame di Catania avevano rigettato la richiesta.

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